Territori, borghi e distretti artigiani. Lo sviluppo passa per il Cultural District. Come dimenticare la genuinità del borgo descritto nella celebre poesia "San Martino" di Carducci e l'autentica atmosfera di cui i borghi storici italiani sono ancora portatori, sebbene spesso risultino abbandonati al loro destino. A volte, infatti, sembra quasi di rivedere il "borgo selvaggio" descritto da Leopardi. Il punto è che molti territori, malgrado le potenzialità del patrimonio e la forte identità culturale legata alle loro tradizioni enogastronomiche, non sono oggetto di una forte spinta imprenditoriale e non riescono a fare sistema con i settori produttivi connessi. La vocazione culturale di questi, di conseguenza, non sempre si riflette in un’attrattività turistica altrettanto pronunciata; eccezion fatta per i sistemi che si distinguono proprio per questa peculiarità (per esempio Sanremo, Montalcino, Montepulciano, Capri o Amalfi). Quei territori che, invece, possono vantare un grande patrimonio culturale e paesaggistico e, allo stesso tempo, un solido tessuto produttivo sono ancora considerati strategici e competitivi. I comuni italiani che ricalcano questo modello sono complessivamente 1.474 e rappresentano il 18,1% della superficie nazionale (Fonte: Rapporto ISTAT 2015). Ma come valorizzare quei borghi e quei territori "in sofferenza" per farli finalmente diventare dei Cultural District, ovvero luoghi ricchi di fermenti artistici e culturali, dove moda, design, eccellenze artistiche ed enogastronomia costituiscono il principale polo di attrazione? Per il rapporto Unioncamere 2015, appare chiara la rilevanza assunta dal tema dell’innovazione digitale nel processo di rinnovamento che stanno compiendo i sistemi produttivi territoriali [...] Per lo sviluppo di tali reti è tuttavia necessario il rafforzamento delle conoscenze e competenze legate all’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dal web, al fine di supportare la diffusione di una cultura d’impresa orientata alla dotazione di nuovi strumenti a più elevato contenuto tecnologico. Artitaly sostiene da sempre queste considerazioni e supporta la pubblica amministrazione, le città d'arte e i borghi storici nella valorizzazione delle loro eccellenze artistiche, culturali ed enogastronomiche. Grazie all'esperienza maturata in sedi analoghe, infatti, Artitaly è in grado di realizzare concretamente questo modello ed esaltarne le peculiarità attraverso gli strumenti della comunicazione digitale. Secondo la rivista inglese Monocle l’Italia avrebbe veramente lo spirito e la cultura per diventare una soft-superpotenza, tanto che il nostro Paese si è piazzato al dodicesimo posto nel mondo (posizione rimasta invariata anche nel 2015-16) per capacità di esportazione del proprio modello culturale e per l’influenza indiretta che, in virtù di questa, può avere a livello politico, diplomatico ed economico (Fonti: Rapporto ISTAT 2015 e Soft Power Survey 2014/15). Condividi Questo Post: Facebook Twitter Google + Pinterest
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